Non mancano mai le raccomandazioni da parte dei genitori, preoccupati per i figli che passano ore e ore, spesso anche di notte, attaccati ai smartphone. Ma viviamo in una società dove sono anche gli stessi genitori ad utilizzare eccessivamente i device. L’utilizzo abnorme della tecnologia tende a dissociare le nostre emozioni dal rappresentarle, con il rischio di alienarle e di creare un distacco relazionale tra genitori e figli. Troppe sono ormai le serate in famiglia che si concludono con i componenti che condividono solo una vicinanza fisica ma nulla di più, ognuno “impegnato” ad alimentare principalmente la propria vita virtuale.

Un grido di aiuto è arrivato forte e chiaro da una scuola della Louisiana, dove un bambino di seconda elementare, durante lo svolgimento di un tema, ha dichiarato di “odiare” il telefonino della mamma, utilizzato, a suo avviso, eccessivamente.

Viviamo realmente in una società in cui i bambini devono competere con la tecnologia per attirare l’attenzione dei loro genitori?«Siamo una società che si sta abituando a non dare valore alle emozioni, sempre più presi a esplicitarle in un post ma sempre meno abituati a percepirle», premette il Professor Giuseppe Lavenia, psicologo e psicoterapeuta, Presidente dell’Associazione Nazionale Di.Te.«Siamo abituati a sottolineare ciò che la tecnologia ci dà, e mai ciò che può togliere. La maestra, in questo caso, è riuscita a farlo. E’ riuscita in un intento che dovrebbe essere da esempio anche per gli altri docenti. I genitori non si rendono conto quanto anche un loro eccessivo utilizzo dello smartphone può essere deleterio, soprattutto davanti ai figli. Molto spesso di fronte a una richiesta dei ragazzi i genitori reagiscono con “Un attimo”, perché impegnati a rispondere a un sms o a postare foto sui social, rischiando così di perdere dei momenti importanti della crescita dei propri figli. Questo li fa sentire trascurati e poco considerati».

Cosa dovrebbero fare i genitori?«Ricordarsi che i nostri figli hanno bisogno di noi, hanno bisogno di risposte. Torniamo a dare importanza all’empatia, alle emozioni, quelle vere e non proiettate e a investire nelle relazioni, soprattutto quelle che contano, cioè con i nostri figli. Gli strumenti tecnologici sono parte integrante dei nostri giorni ma dobbiamo imparare a dosarli prima noi adulti, dando il buon esempio ai ragazzi», conclude Lavenia.

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