Giuseppe Lavenia, presidente Di.Te., è stato intervistato da Chiara Placenti ai microfoni di RadioinBlu sul caso del ragazzo che ha tristemente sperimenactato il “gioco” chiamato Blackout, per provare una sensazione adrenalinica. Non chiamiamolo gioco, ha detto Lavenia, usiamo le parole in modo corretto e critico. E su cosa fa sottovalutare il rischio ai ragazzi, il solo senso di onnipotenza non è una spiegazione esaustiva. C’è anche un fattore fisiologico: il sistema limbico, legato alle emozioni e alla consapevolezza dei comportamenti si forma intorno ai 20 anni. Nel frattempo, i figli lanciano sempre segnali ai genitori, perché non dormono abbastanza, sono aggressivi o o hanno atteggiamenti inconsueti. Non è solo l’adolescenza, è sintomo di un disagio. Per comprenderli, gli adulti dovrebbero accorciare la distanza digitale, che altrimenti potrebbe trasformarsi in una distanza relazionale. “Chiediamo ai nostri figli cosa stanno facendo in rete, cosa provano e come si sentono mentre lo stanno facendo”.