Il sovraccarico cognitivo, noto anche con la dicitura di Information Overloading, Infobesity o Infoxication, si caratterizza per il comportamento disfunzionale di chi passa sempre più tempo in rete, navigando da un sito all’altro alla ricerca di informazioni più complete e aggiornate senza riuscire a interrompersi o a ridurre il tempo di connessione, ricevendo una quantità di informazioni tali da non riuscire a focalizzare l’attenzione su una di esse o prendere una decisione (Lavenia, 2012).
In una prima fase la persona sembra vivere un senso di piacere e di eccitazione non appena trova nel web l’informazione che ricerca, sentimento che presto lascia spazio ad un “circolo vizioso” dove il soggetto considera solo parziali le informazioni che recupera in rete, che non sono più sufficienti, e sperimenta dubbi e incertezze che lo portano a proseguire nella ricerca, che vive come un obbligo verso il quale si considera sempre incapace e in difetto.
I segni clinici che identificano il sovraccarico cognitivo riguardano:
- la necessità di trascorre online molto tempo per reperire notizie ed aggiornamenti;
- l’insuccesso dei tentativi di interrompere, ridurre e controllare l’attività;
- il proseguire nella condotta nonostante i problemi sociali, familiari ed economici che questa provoca o accentua (Lavenia, 2018).
Oltre a compromettere in modo importante la vita sociale e lavorativa dell’individuo, il sovraccarico cognitivo può rallentare e peggiorare la sua capacità di elaborare le informazioni e prendere decisioni (Information Fatigue Syndrom).
Come interveniamo
Il sovraccarico cognitivo viene trattate dai professionisti dell’Associazione Di.Te. attraverso l’utilizzo del Protocollo Multidimensionale di Trattamento delle dipendenze da internet messo a punto da Giuseppe Lavenia.
Il Protocollo Multidimensionale prevede una prima fase di analisi del sintomo e di valutazione della gravità di abuso della rete (tramite l’Internet Trap Interview e l’Internet Trap Test II; Lavenia & Stimilli). Viene successivamente attivato un percorso terapeutico che coinvolge non solo l’individuo ma l’intero nucleo familiare e che è orientato al riconoscimento degli elementi che hanno determinato la comparsa della problematica e la sua permanenza nel tempo.
Durante il percorso terapeutico vengono indagate le motivazioni che spingono il paziente alla continua ricerca di informazioni nel web, nonché la compromissione di questa attività nella vita sociale e lavorativa dell’individuo.