L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ufficializzato la dipendenza da videogiochi come un problema di salute mentale. Il “gaming disorder” è stato inserito nell’International Classification of Diseases. L’area di riferimento è quella relativa alle patologie legate al controllo degli impulsi, come il gioco d’azzardo. Tra le altre caratteristiche della patologia, ha spiegato il dipartimento per la salute mentale dell’Oms durante una conferenza stampa, c’è “il fatto che anche quando si manifestano le conseguenze negative dei comportamenti non si riesce a controllarli” e “il fatto che portano a problemi nella vita personale, familiare e sociale, con impatti anche fisici, dai disturbi del sonno ai problemi alimentari“.
Secondo quanto riportato dall’Oms, l’eventuale diagnosi clinica si deve basare su tre fattori, tre comportamenti che devono avvenire in maniera evidente per almeno un anno, salvo alcuni casi particolarmente gravi in cui la durata di osservazione può essere inferiore. Il primo sintomo è l’incapacità del soggetto di riuscire a diminuire o smettere di giocare. Il secondo vuole che l’attività di gioco sia così centrale e totalizzante da avere priorità su tutto il resto, portando a conseguenze negative su ogni altro aspetto dell’esistenza. Infine, l’attività di gioco deve continuare o addirittura aumentarenonostante ogni possibile effetto negativo.
«È con immenso piacere che ho appreso questa notizia che condivido pienamente. E’ finalmente giunto il momento di cominciare a parlare e sensibilizzare le istituzioni e la popolazione anche su queste patologie», commenta il Professor Giuseppe Lavenia, psicologo e psicoterapeuta, Presidente dell’Associazione Nazionale Di.Te. «L’inserimento nell’elenco aiuterà i medici a formulare più facilmente una diagnosi».
«Come Presidente dell’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, GAP e Cyberbullismo è già dal 2002 che sostengo la pericolosità di un uso non corretto di videogiochi e giochi di ruolo online. I videogiochi che vengono progettati e venduti sono strutturati per far proseguire ad oltranza il giocatore, senza sosta, conducendo indirettamente il soggetto ad alterare l’immaginario e la realtà, raggiungendo nei casi più gravi la perdita del reale, ormai sostituito dal virtuale. Il soggetto molto spesso tende ad identificarsi con i personaggi virtuali trasferendo in loro emozioni reali, sfoghi, ribellioni e relazioni interpersonali. È necessario un uso consapevole del mezzo e, come sempre in questi casi, una forma di vigilanzasoprattutto da parte dei genitori sui propri figli in minore età. La tecnologia, se per certi versi facilita e contribuisce a migliorare la nostra vita, per altri tende a dissociare le emozioni e i sentimenti che si provano in determinate circostanze, senza però fornirci i mezzi adatti per poterle esternare. Ecco qui che questa difficoltà può portare ad episodi estremi di rabbiain cui il nostro corpo perde di consapevolezza, in quanto non è in grado di contenere coscientemente ciò che sente dentro. Non si dà più valore al corpo, tutto sembra filtrato. È necessario fornire ai genitori gli strumenti giusti e idonei per comprendere ciò che accade ai propri figli. La nostra Associazione, attraverso il numero verde 800 770 960 attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 20.00, è a disposizione con un’equipe multidisciplinare domiciliare per aiutare giovani e famiglie in difficoltà e offrire un’assistenza ed un supporto per i familiari e le persone vicine affetti da dipendenze tecnologiche, gioco d’azzardo e cyberbullismo», conclude il Presidente.
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