La dipendenza dalla pornografia è una forma di attrazione incontrollabile caratterizzata da un abuso di visione di immagini pornografiche.
La persona diventa totalmente dipendente da attività di ricerca di materiale pornografico, tanto da considerarla parte di un ciclo di pensieri, di sentimenti e di azioni che il soggetto non riesce più a controllare, né interrompendola né limitandola.
Questa tipologia di dipendenza è sostanzialmente passiva e non ha nulla a che fare con la dipendenza dall’attività sessuale, della quale non si presenta come condotta di compensazione.
Nella porno dipendenza, infatti, non è prevista alcuna forma di interazione con l’altro, ma il soggetto è di fatto libero di immaginare, costringendo però la fantasia a immagini stereotipate e precostituite (Lavenia, 2012).
La pornodipendenza, cyber-porn addiction, ha infatti una dimensione individuale e solitaria e si consuma essenzialmente da soli: la fantasia sessuale si appiattisce di fronte alle immagini stereotipate della pornografia. La persona pornodipendente è dominata da un bisogno continuo di ottenere piacere sessuale attraverso la visione di filmati hard e pornografici, a cui talvolta può fare seguito un’attività compulsiva di tipo masturbatorio.
I segni clinici della pornodipendenza sono i seguenti:
- trascorrere molto tempo online ricercando materiale pornografico;
- provare un’eccitazione iniziale per la scoperta casuale del materiale pornografico e, in seguito, ricercare tale eccitazione intenzionalmente;
- nutrire aspettative di gratificazione ed eccitazione collegate alle successive connessioni;
- esperire sentimenti di vergogna e di colpa per il proprio comportamento in rete;
- tentare di nascondere la propria condotta agli altri;
- viene attuata una masturbazione compulsiva, prolungata e controllata, al fine di enfatizzare l’eccitazione della visione pornografica;
- l’orgasmo o l’eiaculazione risultano liberatori e rappresentano l’unica possibilità di riuscire a interrompere la fruizione pornografica;
- calo di desiderio verso il proprio partner;
- la masturbazione avviene solo attraverso la visione di quel tipo di materiale pornografico stereotipato;
- si tende a vivere la propria sessualità solo in termini fisici e non affettivi;
- continuare il comportamento nonostante le evidenti ripercussioni sul piano familiare, sociale, lavorativo ed economico;
- fallimento dei ripetuti tentativi di tenere sotto controllo la fruizione pornografica, limitandola o interrompendola (Lavenia, 2018).
Nonostante in passato la pornodipendenza riguardasse principalmente gli uomini, oggi il disturbo risulta essere molto frequente anche tra le donne.
Come interveniamo
La pornodipendenza viene trattata dai professionisti dell’Associazione Di.Te. attraverso l’utilizzano del Protocollo Multidimensionale di Trattamento delle dipendenze da internet messo a punto da Giuseppe Lavenia.
Il Protocollo Multidimensionale prevede una prima fase di analisi del sintomo e di valutazione dell’attaccamento e della gravità di abuso della pornografia online (tramite l’Internet Trap Interview e l’Internet Trap Test II; Lavenia & Stimilli).
Viene successivamente attivato un percorso terapeutico che coinvolge non solo l’individuo ma l’intero nucleo familiare e che è orientato al riconoscimento degli elementi che hanno determinato la comparsa della problematica e la sua permanenza nel tempo.
Durante il percorso terapeutico vengono indagate le motivazioni che spingono il paziente a trovare rifugio nella pornografia online, nonché le compromissioni di questa problematica nella vita sessuale, affettiva, sociale e lavorativa del soggetto.
Il Protocollo Multidimensionale non prevede l’eliminazione della pornografia online ma un cambiamento nelle modalità della sua fruizione che viene regolamentata dal terapeuta e concordata col paziente. Questa tecnica, nota come “prescrizione del sintomo”, mira a ridurre la piacevolezza e l’eccitazione associate all’utilizzo dei dispositivi tecnologici (smartphone, pc, tablet ecc.) per fruire del materiale pornografico.