Come capire se vostro figlio è vittima di bullismo.

Come capire se vostro figlio è vittima di bullismo

I recenti fatti di cronaca continuano a raccontarci episodi di violenza e bullismo che vedono come protagonisti adolescenti sempre più violenti ed inconsapevoli delle conseguenze che questa violenza, sia fisica che verbale, può provocare.

«A volte, i figli intimoriti da quanto sta loro capitando, hanno difficoltà persino a parlare con i genitori. Perché credono che prenderanno provvedimenti che emotivamente non sapranno gestire di fronte ai loro coetanei», premette il Prof. Giuseppe Lavenia, psicologo e psicoterapeuta, Presidente dell’Associazione Nazionale Di.Te. «Di solito, coloro che subiscono questo tipo di violenza, sono i ragazzi più timidi, più sensibili, che magari piangono facilmente, oppure ragazzi che utilizzano molto le tecnologie e tendono ad isolarsi con i devices e a favorire i rapporti virtuali alla vita reale».

Come può un genitore capire se il proprio figlio è vittima di episodi di bullismo? «E’ importante non sottovalutare i segnali che il corpo dei nostri figli ci mostra. Le vittime di violenza molto spesso tendono a esternare la sofferenza che provano interiormente e lo fanno provocandosi dolore autonomamente; arrivano a graffiarsi e procurarsi contusioni in parti del corpo che possono facilmente nascondere. Un ragazzo su tre, vittima di bullismo, ad esempio tende a procurarsi dei tagli sul corpo. E’ fondamentale osservare i propri figli e non sottovalutare alcuni importanti segnali, tra cui: variazione dei ritmi sonno-veglia, peggioramento del rendimento scolastico, il bambino può rifiutarsi di andare a scuola fin dal mattina oppure accettare di andarci ma poi chiedere di tornare a casa, insistentemente, sostenendo di non stare bene, oppure tornare a casa chiedendo soldi o cibo nonostante gli siano già stati dati prima di entrare in classe, chiaro segnale che molto probabilmente qualcuno glieli abbia sottratti. In alcuni casi sono proprio i ragazzi stessi ad inviarci indirettamente dei segnali, con lo scopo di farci comprendere il loro grado di sofferenza; attenzione se li sentiamo affrontare con leggerezza temi molto delicati per la loro giovane età: come il suicidio o la morte».

In presenza di questi segnali, come deve comportarsi un genitore? «Innanzitutto il genitore deve osservare il figlio, l’osservazione è la prima forma di scoperta. Avvicinarsi e parlarne con lui in maniera aperta, anche se il figlio sicuramente inizialmente negherà di aver qualsiasi disagio, o comunque tenderà a giustificare ogni suo comportamento. Dimostrare loro che si è in grado di aiutarli, dialogando senza essere invadenti ma mostrandosi degli esperti uditori. Prendersi del tempo, per insegnare ai ragazzi l’empatia e a condividere senza paura le loro emozioni sono due passi importanti da compiere per insegnare loro la libertà di esprimersi nei dovuti modi. Mostrarsi disponibili, e se necessario cambiare le proprie abitudini per andare incontro alle loro esigenze. Sarebbe importante che i genitori si ritagliassero del tempo per accompagnarli a scuola e nelle varie attività pomeridiane. Gli adulti dovrebbero creare momenti condivisi con i figli, comprendendo anche il silenzio per ascoltare quanto accade intorno a sé e dentro di sé. Stiamo perdendo il contatto con il corpo e con le nostre emozioni. Inoltre, è necessario fornire ai questi genitori gli strumenti giusti e idonei per comprendere ciò che accade ai propri figli. La nostra Associazione, attraverso il numero verde 800770960 attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 20.00, è a disposizione per richiedere un’assistenza ed un supporto per i familiari e le persone vicine affetti da dipendenze tecnologiche, gioco d’azzardo e cyberbullismo», conclude il Presidente.

Per approfondire consigliamo questo articolo

https://old.dipendenze.com/2018/04/06/il-resto-del-carlino-lezione-di-vita/